L’approccio metodologico - ampiamente verificato nel corso degli anni – prevede l’utilizzo delle fonti materiali e iconografiche (immagini di vasi, rilievi, monete, etc.) presentate attraverso un racconto multimediale costruito sull'argomento prescelto e spesso arricchito dalla lettura di passi selezionati, tratti da libri a tema.
Far vivere l’esperienza conoscitiva in prima persona, in modo attivo, è fondamentale. Per questo, parte integrante dell’attività è lo storydoing, il (ri)costruire insieme la ‘storia’, attraverso la personale rielaborazione dei contenuti da parte di ciascuno dei partecipanti (’imparare facendo’): disegno libero, scrittura creativa, manipolazione di materiali (carta, argilla, etc.), 'manipolazione' virtuale di immagini attraverso tool digitali, foto/video.
Se l'attività si svolge al museo è possibile agganciare un ulteriore, prezioso step: ovvero il (ri)conoscere nel percorso museale quanto appreso e sperimentato poco prima, per consolidare le nuove conoscenze grazie al contatto diretto con le testimonianze del passato (mediante caccia al tesoro, 'taccuini esplorativi', etc.).
Le tematiche ispirate alle antiche civiltà, con focus a tema archeologico, laddove possibile, sono elaborate in modo tale da offrire 'viaggi nel tempo' attraverso excursus nell'arte delle epoche successive. Questo approccio consente, in base all'età dei destinatari, di far cogliere analogie e differenze tra i vari ambiente storico-culturali, ad esempio tracciando l'evoluzione di tradizioni e miti dal punto di vista figurativo e semantico.
L'aggancio col presente e con il quotidiano dei bambini e dei ragazzi risulta fondamentale per coinvolgerli, creare interesse e generare domande. Per questo le attività di educazione al patrimonio sono strutturate in modo tale da creare link con temi legati all'ambiente (a partire dal territorio di riferimento) e alla legalità.